Configurare Zoiper con credenziali Voip Vodafone

Configurare Zoiper con credenziali Voip VodafoneConfigurare Zoiper con credenziali Voip Vodafone

Come dicevo nella guida precedente, tutti gli operatori si sono adeguati alla delibera AGCOM 348/18/CONS, per il modem libero, quindi si posso richiedere al proprio provider le credenziali voip. Dopodichè si potrà utilizzare il proprio PC o Cellulare come telefono fisso. Nel caso di Vodafone basta richiederle tramite il 190, oppure tramite la chat TOBi come ho fatto io, quindi vi verrà mandato un sms con le credenziali:

Configurare Zoiper con credenziali Voip Vodafonea questo punto si può iniziare a configurare Zoiper, anche se le credenziali date così sono ingannevoli:

  1. Username: non è solo il numero di rete fissa bensì: +39_num_fisso@ims.vodafone.it
  2. Outbound Proxy: Voip3.fixed.vodafone.it = 83.224.123.50
  3. Password: 28 caratteri che può finire con il segno ” =

Configurazione Zoiper Desktop:

nell’ultimo screen si vede come non ho utilizzato nessun codec per far funzionare l’audio. Naturalmente servirà eventualmente settare il port forwarding verso le porte RTP.

Configurazione Zoiper per iOS:

Nel caso di Zoiper per iOS, bisogna registrarsi col solo numero di telefono:

Configurare Zoiper con credenziali Voip Vodafone

questo è tutto…per adesso!

enjoy 😉

Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U

Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U

Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U

Dopo la delibera AGCOM 348/18/CONS, per il modem libero anche l’Italia  si uniforma alla direttiva europea n. 2015/2120. Praticamente quasi tutti gli operatori si sono adeguati gradualmente dall’inizio dell’anno, e quindi si può decidere di sostituire il modem rilasciato dai provider, magari comprandone uno più performante. Ultima ad adeguarsi in ordine di tempo è stata Vodafone, che era in ritardo con la parte voce. Da qualche settimana Vodafone rilascia anche le credenziali Voip relative alla propria linea. Quindi adesso si può utilizzare un modem alternativo sia per la parte dati che per quella voce. Io ho utilizzato il mio fedele Asus DSL-AC68U, come modem router, anche se a differenza dei FRITZ!Box, non ha le analogiche, ma questo per me non è un problema, e sarà argomento di una prossima guida. Sul sito Vodafone vi sono elencati i Requisiti tecnici minimi, ed i Parametri di configurazione. Per quanto riguarda Asus DSL-AC68U, eseguire un factory reset e poi configurarlo con i parametri Vodafone. Di seguito i mei screen:

Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U

Sostituire Vodafone Station con ASUS DSL-AC68U

sopra lato wan ho lasciato il DNS in modo automatico, che mi servirà per la parte voce., argomento delle prossime due guide.

enjoy 😉

Backup incrementale con Tar

 

Backup incrementale con Tar

 

Backup incrementale con Tar è il titolo di questa guida, ma il sottotitolo potrebbe essere: come dormire sonni tranquilli facendo un backup incrementale, sicuro e veloce. Ci sono diversi strumenti con cui fare un backup dei propri dati, sia con programmi grafici, come luckyBackup, deja-dup o systemback-1.9.3, sia con strumenti da linea di comando, già presenti di default in Gnu-Linux. Tempo fa avevo gia fatto una guida sull’utilizzo di rsync come strumento di backup, invece questa guida mostrerà come ottenere un backup incrementale usando Tar.

Creazione di cartelle, sotto cartelle e files per testare il backup:

$ mkdir -p big-data/{backup,restore}
$ cd big-data/backup/
$ mkdir {1..4}
$ man ls > file1
$ man wc > file2
$ man tar > file3
$ man mv > file4
$ ls

output ls:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data/backup$ ls
1 2 3 4 file1 file2 file3 file4
$ cd ..
$ ls

output ls:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ ls
backup restore

Backup generale:

$ tar -czvg snapshot-file -f backup.tar.gz backup

output:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ tar -czvg snapshot-file -f backup.tar.gz backup
tar: backup: Directory is new
tar: backup/1: Directory is new
tar: backup/2: Directory is new
tar: backup/3: Directory is new
tar: backup/4: Directory is new
backup/
backup/1/
backup/2/
backup/3/
backup/4/
backup/file1
backup/file2
backup/file3
backup/file4

output ls:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ ls
backup backup.tar.gz restore snapshot-file

come si può vedere tutte le cartelle ed i files sono stati clonati nell’ archivio backup.tar.gz, mentre il file chiamato snapshot-file, si occuperà di tenere traccia dei cambiamenti. A questo punto il passo successivo sarà quello di andare ad inserire nella cartella di backup originale, altre cartelle e files così da testare il backup incrementale.

$ mkdir backup/{5..8} 
$ man sed > backup/file5 
$ ls backup/

output:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ ls backup/
1 2 3 4 5 6 7 8 file1 file2 file3 file4 file5

per ottenere un backup incrementale il comando da eseguire è come quello sopra, l’unica differenza sarà quella di personalizzare il nome del backup, in base alla data oppure con dei numeri:

$ tar -czvg snapshot-file -f 1-backup.tar.gz backup

output:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ tar -czvg snapshot-file -f 1-backup.tar.gz backup
tar: backup/5: Directory is new
tar: backup/6: Directory is new
tar: backup/7: Directory is new
tar: backup/8: Directory is new
backup/
backup/1/
backup/2/
backup/3/
backup/4/
backup/5/
backup/6/
backup/7/
backup/8/
backup/file5

per vedere le differenze dei due backup:

$ tar -tvf backup.tar.gz
$ tar -tvf 1-backup.tar.gz

output:

edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ tar -tvf backup.tar.gz
drwxr-xr-x edmond/edmond 41 2019-02-28 20:31 backup/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/1/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/2/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/3/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/4/
-rw-r--r-- edmond/edmond 7823 2019-02-28 20:30 backup/file1
-rw-r--r-- edmond/edmond 2026 2019-02-28 20:31 backup/file2
-rw-r--r-- edmond/edmond 45323 2019-02-28 20:31 backup/file3
-rw-r--r-- edmond/edmond 2989 2019-02-28 20:31 backup/file4
edmond@debianbox:~/Desktop/big-data$ tar -tvf 1-backup.tar.gz
drwxr-xr-x edmond/edmond 60 2019-02-28 20:51 backup/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/1/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/2/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/3/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:30 backup/4/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:50 backup/5/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:50 backup/6/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:50 backup/7/
drwxr-xr-x edmond/edmond 1 2019-02-28 20:50 backup/8/
-rw-r--r-- edmond/edmond 11183 2019-02-28 20:51 backup/file5

Ripristino Backup nella cartella restore:

$ tar -xvf 1-backup.tar.gz -C restore/

enjoy 😉

 

Muovere files diversi simultaneamente da terminale

Muovere files diversi simultaneamente da terminale

Guida su come muovere files con estensione diversa da una directory ad un’altra. Può capitare di avere all’interno di una directory centinaia di files, ma se si necessita di muoverne solo alcuni. Il comando mv sotto può venerci incontro:

$ mv dir1/*.{doc,pdf,jpg} dir2/

enjoy 😉

Trovare profili Social col riconoscimento immagine

trovare profili Social col riconoscimento immagine

Come trovare profili Social col riconoscimento immagine, utilizzando Eagle Eye su Debian 1o. L’obiettivo sarà quello di partire da una immagine, e tramite una scansione della rete trovare i profili social, come Facebook, Instagram, Pinterest e Twitter.

$ sudo apt update; sudo apt upgrade -y
$ sudo apt install build-essential devscripts cmake python3-pip git python3 python3-dev libffi-dev libgtk-3-dev libboost-all-dev
$ git clone https://github.com/ThoughtfulDev/EagleEye
$ cd EagleEye
$ sudo pip3 install -r requirements.txt
$ sudo pip3 install --upgrade beautifulsoup4 html5lib spry

Scaricare geckodriver

$ wget https://github.com/mozilla/geckodriver/releases/download/v0.23.0/geckodriver-v0.23.0-linux64.tar.gz
$ tar xvf geckodriver-v0.23.0-linux64.tar.gz
$ chmod +x geckodriver
$ sudo mv geckodriver /usr/bin/

per avviare Eagle Eye

$ cd EagleEye
$ python3 eagle-eye.py

di seguito un video screen fatto da me che ne mostra il funzionamento:

enjoy 😉

 

Anonsurf su Debian 10

Anonsurf su Debian 10

Anonsurf su Debian 10

Anonsurf è la modalità anonima di ParrotOS per forzare le connessioni attraverso Tor e/o la rete i2p.  Tor è un protocollo di crittografia SOCKS4 e SOCKS5. Tor esegue il tunnelling di tutto il traffico che circola nella rete dell’utente in modo anonimo. Tor nasconde la posizione di un utente e i dati di rete da chiunque monitora l’utente localmente e in remoto. L’utilizzo di Anonsurf si può avviare anche da terminale, ed oltre ad essere integrato in ParrotOS ed in Kali Linux, si può installare in Debian 9 Stretch o Debian 10 Buster.

$ sudo apt install git
$ git clone https://github.com/ParrotSec/anonsurf
$ cd anonsurf/
$ chmod a+x ./anonsurf.sh
$ sudo ./anonsurf.sh start

Anonsurf su Debian 10i comandi sono i seguenti:

anonsur start - Start system-wide TOR tunnel
anonsurf stop - Stop anonsurf and return to clearnet
anonsurf restart - Combines "stop" and "start" options
anonsurf changeid - Restart TOR to change identity
anonsurf status - Check if AnonSurf is working properly
anonsurf myip - Check your ip and verify your tor connection
anonsurf mymac - Check your mac and verify your change mac address

enjoy 😉

Video utilizzo Systemback-1.9.3

 

Video utilizzo Systemback-1.9.3

Questo video mostra come installare una copia del proprio OS, utilizzando Systemback-1.9.3. Nell’esempio sopra, utilizzo Ubuntu 18-04, installato in EFI mode. Nel caso si trattasse di una installazione in legacy mode, assicurarsi che il pacchetto grub-pc-bin sia installato correttamente, sopratutto se si parte da chiavetta usb live.

enjoy 😉

Installare VirtualBox 6.0 su Debian 9

Installare VirtualBox 6.0 su Debian 9Guida su come installare Oracle Virtualbox 6.0 su Debian 9 Stretch e Debian 10 Testing/Buster, testata e funzionante.

Aggiornare il sistema:
$ sudo apt update
$ sudo apt upgrade -y
Importare le chiavi ed aggiungere i repository:
$ wget -q https://www.virtualbox.org/download/oracle_vbox_2016.asc -O- | sudo apt-key add -
$ wget -q https://www.virtualbox.org/download/oracle_vbox.asc -O- | sudo apt-key add -
$ echo "deb [arch=amd64] http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian $(lsb_release -sc) contrib" | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/virtualbox.list
Installare VirtualBox e VirtualBox Exstension Pack:
$ sudo apt update
$ sudo apt install linux-headers-$(uname -r) dkms
$ sudo apt-get install virtualbox-6.0
$ wget https://download.virtualbox.org/virtualbox/6.0.0/Oracle_VM_VirtualBox_Extension_Pack-6.0.0.vbox-extpack

per installare VirtualBox Exstension Pack basta un doppio click sul file scaricato precedentemente.

enjoy 😉

Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache

Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache
Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache

L’obiettivo di questa guida è quello di realizzare un proprio server owncloud, e nello specifico io utilizzerò un raspberry pi 3 , ma in alternativa si potrà utilizzare un’altro modello di single board o Pc, con OS Debian based. Avevo gia fatto una guida precedentemente, ma in quell’occasione avevo utilizzato un certificato auto firmato, che chiaramente i browser vedono come non sicuro. In questo caso invece utilizzerò Let’s Encrypt che fornisce certificati SSL gratuiti tramite un processo completamente automatizzato, progettato per eliminare la creazione manuale di certificati, per la convalida, l’installazione e il rinnovo. I certificati rilasciati da Let’s Encrypt sono validi per 90 giorni dalla data di emissione e sono oggi considerati affidabili da tutti i principali browser.

Prerequisiti ed info

  • Negli esempi sotto utilizzerò come nome di dominio example.com ed i comandi verranno eseguiti da root
  • Il raspberry dovrà avere quindi come dominio l’equivalente di example.com. Questo può essere modificato in /etc/hostname e poi riavviare.
  • Il vostro ip pubblico dovrà puntare quindi al dominio, nel caso non si avesse un ip pubblico, utilizzare un servizio di DNS.
  • Assicurarsi prima di aprire le porte 80/443 verso il proprio server, altrimenti non si potranno ottenere i certificati. Successivamente rimarrà aperta solo la 443.
  • La guida è stata testata su una installazione pulita di Raspbian Stretch
Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache

Step 1) Installare i pacchetti necessari:

$ sudo su
# apt update; apt upgrade
# apt install apache2 mariadb-server libapache2-mod-php7.0 php7.0-gd php7.0-json php7.0-mysql php7.0-curl php7.0-intl php7.0-mcrypt php-imagick php7.0-zip php7.0-xml php7.0-mbstring ntfs-3g fail2ban certbot

Step 2) Configurazione Apache e Virtual Host basic

# rm -rf /var/www/html/
# mkdir -p /var/www/example.com/public_html
# nano /var/www/example.com/public_html/index.html

ed incollare dentro:

<!DOCTYPE html>
<html lang="en" dir="ltr">
<head>
<meta charset="utf-8">
<title>Welcome to example.com</title>
</head>
<body>
<h1>Success! example.com home page!</h1>
</body>
</html
# nano /etc/apache2/sites-available/example.com.conf

ed incollare dentro:

<VirtualHost *:80>
ServerName example.com
ServerAlias www.example.com
ServerAdmin webmaster@example.com
DocumentRoot /var/www/example.com/public_html

<Directory /var/www/example.com/public_html>
Options -Indexes +FollowSymLinks
AllowOverride All
</Directory>

ErrorLog ${APACHE_LOG_DIR}/example.com-error.log
CustomLog ${APACHE_LOG_DIR}/example.com-access.log combined
</VirtualHost>

poi:

# chown -R www-data: /var/www/example.com/
# mv /etc/apache2/sites-available/000-default.conf 000-default.conf.bak
# mv /etc/apache2/sites-enabled/000-default.conf 000-default.conf.bak
# a2ensite example.com
# systemctl restart apache2
# systemctl enable apache2

a questo punto collegandosi al server dovremmo vedere che funziona: Raspberry con Owncloud Letsencrypt ApacheStep 3) Chiave e Letsencrypt Creare una chiave robusta Dh (Diffie-Hellman) a 2048 bit, ci vorrà circa 20 minuti.

# openssl dhparam -out /etc/ssl/certs/dhparam.pem 2048

Per ottenere i certificati utilizzeremo certbot, installato precedentemente, che si occuperà dell’acquisizione e del rinnovo degli stessi. Utilizzeremo il plug-in Webroot che funziona creando un file temporaneo nella ${webroot-path}/.well-known/acme-challenge a cui si collegherà Letsencrypt per risolvere il DNS:

# mkdir -p /var/lib/letsencrypt/.well-known
# chgrp www-data /var/lib/letsencrypt
# chmod g+s /var/lib/letsencrypt

creare primo file di configurazione:

# nano /etc/apache2/conf-available/letsencrypt.conf

ed incollare dentro:

Alias /.well-known/acme-challenge/ "/var/lib/letsencrypt/.well-known/acme-challenge/"
<Directory "/var/lib/letsencrypt/">
AllowOverride None
Options MultiViews Indexes SymLinksIfOwnerMatch IncludesNoExec
Require method GET POST OPTIONS
</Directory>

creare secondo file raccomandato:

# nano /etc/apache2/conf-available/ssl-params.conf

ed incollare dentro:

SSLCipherSuite EECDH+AESGCM:EDH+AESGCM:AES256+EECDH:AES256+EDH
SSLProtocol All -SSLv2 -SSLv3 -TLSv1 -TLSv1.1
SSLHonorCipherOrder On
Header always set Strict-Transport-Security "max-age=63072000; includeSubDomains; preload"
Header always set X-Frame-Options DENY
Header always set X-Content-Type-Options nosniff
# Requires Apache >= 2.4
SSLCompression off
SSLUseStapling on
SSLStaplingCache "shmcb:logs/stapling-cache(150000)"
# Requires Apache >= 2.4.11
SSLSessionTickets Off

abilitare moduli e files di configurazione:

# a2enmod ssl
# a2enmod headers
# a2enmod http2
# a2enconf letsencrypt
# a2enconf ssl-params
# systemctl reload apache2

a questo punto siamo pronti ad ottenere i certificati SSL utilizzando certbot:

# certbot certonly --agree-tos --email admin@example.com --webroot -w /var/lib/letsencrypt/ -d example.com -d www.example.com

se tutto è andato bene visualizzeremo questo:

IMPORTANT NOTES:
- Congratulations! Your certificate and chain have been saved at
/etc/letsencrypt/live/example.com/fullchain.pem.
Your cert will expire on 2019-02-28. To obtain a new or tweaked
version of this certificate in the future, simply run certbot
again. To non-interactively renew *all* of your certificates, run
"certbot renew"
- If you lose your account credentials, you can recover through
e-mails sent to xxxxxxx@gmail.com.
- Your account credentials have been saved in your Certbot
configuration directory at /etc/letsencrypt. You should make a
secure backup of this folder now. This configuration directory will
also contain certificates and private keys obtained by Certbot so
making regular backups of this folder is ideal.
- If you like Certbot, please consider supporting our work by:

Donating to ISRG / Let's Encrypt: https://letsencrypt.org/donate
Donating to EFF: https://eff.org/donate-le

adesso andiamo a riconfigurare il file Virtual Host come sotto:

# nano /etc/apache2/sites-available/example.com.conf
ed incollare dentro:
 
<VirtualHost *:80> 
ServerName example.com
ServerAlias www.example.com

Redirect permanent / https://example.com/
</VirtualHost>

<VirtualHost *:443>
ServerName example.com
ServerAlias www.example.com

Protocols h2 http:/1.1

<If "%{HTTP_HOST} == 'www.example.com'">
Redirect permanent / https://example.com/
</If>

DocumentRoot /var/www/example.com/public_html
ErrorLog ${APACHE_LOG_DIR}/example.com-error.log
CustomLog ${APACHE_LOG_DIR}/example.com-access.log combined

SSLEngine On
SSLCertificateFile /etc/letsencrypt/live/example.com/cert.pem
SSLCertificateKeyFile /etc/letsencrypt/live/example.com/privkey.pem
SSLCertificateChainFile /etc/letsencrypt/live/example.com/chain.pem


</VirtualHost>
ricaricare la nuova configurazione:
 
# systemctl reload apache2
adesso si può fare un TEST SSL

Rinnovo automatico dei certificati: Come dicevo all’inizio, i certificati di Let’s Encrypt hanno una durata di 90 giorni, dopodichè bisognerà rinnovarli. Per automatizzare il rinnovo utilizzare un cronjob:
# nano /etc/cron.d/certbot
ed incollare dentro:
0 */12 * * * root test -x /usr/bin/certbot -a \! -d /run/systemd/system && perl -e 'sleep int(rand(3600))' && certbot -q renew --renew-hook "systemctl reload apache2"
Rinnovo manuale:
# certbot renew --dry-run
Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache
Step 4) Installazione Owncloud
# cd /tmp
# wget https://download.owncloud.org/community/owncloud-10.0.10.tar.bz2
# tar -xvf owncloud-10.0.10.tar.bz2
# chown -R www-data:www-data owncloud
# mv owncloud /var/www/example.com/public_html/
# rm /var/www/example.com/public_html/index.html
# nano /etc/apache2/sites-available/example.com.conf
e fare puntare la DocumentRoot ad owncloud:
DocumentRoot /var/www/example.com/public_html/owncloud
Creazione database ed user mysql:
# mysql -u root -p
inserire password di root, e poi i 5 comandi sotto, e settare la password per l’utente owncloud
 
1) create database owncloud;
2) create user owncloud@localhost identified by ‘password‘;
3) grant all privileges on owncloud.* to owncloud@localhost identified by ‘password‘;
4) flush privileges;
5) exit;
 
fare una modifica al file php.ini, nella sezione File Uploads, portando upload_max_filesize = 5000M.
# nano /etc/php/7.0/apache2/php.ini
come ultimo ritocco, aumentare la capacità di upload, andando a modificare il file .user.ini
# nano /var/www/example.com/public_html/owncloud/.user.ini
portando: upload_max_filesize, e post_max_size a 5000M
# systemctl restart apache2
a questo punto il server owncloud è installato, mancano solo un paio di ritocchi per evitare alcuni alert in owncloud:
# nano /etc/apache2/sites-available/example.com.conf
ed incollare dentro:
<IfModule mod_headers.c>
Header always set Strict-Transport-Security "max-age=15552000; includeSubDomain$
</IfModule>
# nano /etc/apache2/conf-available/ssl-params.conf
e commentare tutti gli Header:
SSLCipherSuite EECDH+AESGCM:EDH+AESGCM:AES256+EECDH:AES256+EDH
SSLProtocol All -SSLv2 -SSLv3 -TLSv1 -TLSv1.1
SSLHonorCipherOrder On
#Header always set Strict-Transport-Security "max-age=63072000; includeSubDomai$
#Header always set X-Frame-Options DENY
#Header always set X-Content-Type-Options nosniff
# Requires Apache >= 2.4
SSLCompression off
SSLUseStapling on
SSLStaplingCache "shmcb:logs/stapling-cache(150000)"
# Requires Apache >= 2.4.11
SSLSessionTickets Off

SSLOpenSSLConfCmd DHParameters "/etc/ssl/certs/dhparam.pem"
# systemctl restart apache2
Owncloud è installato ed è raggiungibile all’indirizzo https://example.com. Se si volesse utilizzare come storage un disco esterno, la guida continua: Step 5) Creazione della cartella di storage e relativi permessi:
# mkdir /media/owncloud-usb
# groupadd www-data
# usermod -a -G www-data www-data
# chown -R www-data:www-data /media/owncloud-usb
# chmod -R 775 /media/owncloud-usb
adesso abbiamo bisogno di conoscere UUID del disco usb ed user e group di www-data, che serviranno per configurare /etc/fstab per il montaggio automatico:
# id -u www-data; id -g www-data
# blkid
# nano /etc/fstab
ed aggiungere in una sola riga qualcosa del genere in /etc/fstab:
UUID=32E49E5027A4F8A7 /media/owncloud-usb auto nofail,uid=33,gid=33,umask=0027$,dmask=0027,noatime 0 0
# reboot
Se tutto è andato bene andare all’indirizzo https://ip_dominio_del_server ed apparirà la pagina iniziale, dove si dovrà inserire nome utente e password per l’accesso al server owncloud, nome del database, user e password dell’utente owncloud, ed infine il punto di mount. Username: owncloud Password: password Database: owncloud Server: localhost Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache
Raspberry con Owncloud Letsencrypt Apache
enjoy 😉  

Creare una usb bootable Windows 10 da Gui Debian

Creare una usb bootable Windows 10 da Gui DebianCreare una usb bootable Windows 10 da Gui Debian

Guida su come creare una usb bootable con Windows 10 direttamente da Debian 9/10 utilizzando WoeUSB come Gui. Precedentemente avevo già fatto una guida, per lo stesso scopo, ma utilizzando solamente il terminale. Questo metodo è molto più semplice e veloce:

sudo apt install devscripts equivs git python3-pip
git clone https://github.com/slacka/WoeUSB.git
cd WoeUSB/
./setup-development-environment.bash
mk-build-deps
sudo dpkg -i woeusb-build-deps_*
dpkg-buildpackage -uc -b
sudo dpkg -i ../woeusb*.deb

in caso di problemi con le dipendenze digitare:

sudo apt install -f

enjoy 😉